Ho trovato una perla in un mare di carta, spulciando in una biblioteca privata, senza permesso.
Una riflessione acuta su tematiche che, negli stessi anni, stava affrontando anche Eric Fromm in capolavori del libero pensiero e della sociologia come "Fuga dalla libertà".
Qui, invece, Franco Cordero, noto giurista e scrittore italiano, cerca di sondare il tema della fenomenologia e genesi delle norme e della loro osservanza, in un libro emblematicamente intitolato "Gli osservanti", edito per la prima volta nel '67, ad un passo dall'esplosione del movimento sessantottino.
L'individuo, da una parte, singolarmente considerato (uti singulis), e, dall'altra, la comunità (ecclesia), e l'omologazione, l'uniformarsi al gruppo, come (razionale) strategia di sopravvivenza. Buona lettura!
“Gli antropologi hanno scovato l’interesse privato dove una tendenza
irrazionalistica e semplificatrice vede soltanto istinto gregario (la
cosiddetta group fallacy); dietro la
facciata del comunismo primitivo un brulichio di appetiti; sotto la cortina di
automatismo istintivo, come nell’arnia o nel termitaio, un apparato costruito
sulla reciprocità dei servizi e quindi sul gioco degli egoismi. Persino il
mimetismo, la dedizione esclusiva al gruppo, l’inerzia, il misoneismo, la
tendenza regressiva a smarrire la propria persona, la repressione di ogni
diseguaglianza, sino a predisporre meccanismi di garanzia della mediocrità,
tradiscono mosse raziocinate: l’isolato non
sopravvive; extra Ecclesia nulla salus; guai alienarsi le forze benefiche che
garantiscono pioggia e raccolto; il tal gesto suscita la collera degli
antenati; pericoloso stregone chi fa
cose non previste dal canone; carestia se non vi disfate dei bambini a
cui gli incisivi superiori sono spuntati per primi. Tipico esempio di orrore
della solitudine la reazione alla scomunica per debiti nella Franca Contea.
Insomma, atteggiamenti meno irrazionali di quanto si creda. La differenza
rispetto al modello dell’uomo ragionevole non sta nel fatto che gl altri non
ragionino ma nella diversità delle premesse ossia delle rispettive teorie del
mondo” (estratta da F. Cordero, “Gli osservanti. Fenomenologia delle norme”,
Giuffré, 1967, p. 3).
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