Pánta rêi (in greco πάντα ῥεῖ), che di solito traduciamo con
“tutto scorre”. Il “Divenire” di Eraclito, come contrapposto allo “Essere”
di Parmenide. Essere, statico e immutato, o divenire, dinamico e mutevole? Il fatto è che non abbiamo scelta in questo grande fiume che
è la vita.
L’attribuzione verrebbe dal Cratilo di Platone dove si trova
scritto: «Dice Eraclito "che tutto si muove e nulla sta fermo" e confrontando gli esseri alla corrente di un fiume, dice che "non potresti entrare due volte nello stesso fiume"».
Ebbene sì, è così. Gli esseri (umani, in primis) sono come la corrente di un fiume, non entriamo nello stesso fiume due volte, non incontriamo la stessa persona due volte. Così con gli ama(-n-)ti, così con gli amici, così con gli altri, così con tutti.
Siamo diversi noi, sono diversi loro.
E così finisci per trovarti nel letto un estraneo e in cucina una sconosciuta.
Oppure ti senti straniero a casa.
Possiamo fingere che non sia così, possiamo mettere argini ai fiumi o canalizzarli, possiamo legarli a noi, possiamo incatenarli, ma il cambiamento - se deve accadere - arriva e cambia le cose, le persone, cambia tutto e, a volte, lo stravolge e sconvolge.
Matrimoni e altri sequestri di persona non cambiano la natura delle cose.
Matrimoni e altri sequestri di persona non cambiano la natura delle cose.
Tranquilli, però. Per dirla alla Antoine-Laurent de Lavoisier, con la sua legge della conservazione della massa, «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma».
E così poi c'è la bellezza del re-incontrarsi, del ri-trovarsi, diversi ma ancora affini, simili, i nostri simili, perché simile chiama simile, così come uguale chiama diverso.
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