venerdì 20 febbraio 2015

Panta rei, ovvero "non potresti entrare due volte nello stesso fiume"

Pánta rêi (in greco πάντα ῥεῖ), che di solito traduciamo con “tutto scorre”. Il “Divenire” di Eraclito, come contrapposto allo “Essere” di Parmenide. Essere, statico e immutato, o divenire, dinamico e mutevole? Il fatto è che non abbiamo scelta in questo grande fiume che è la vita.
L’attribuzione verrebbe dal Cratilo di Platone dove si trova scritto: «Dice Eraclito "che tutto si muove e nulla sta fermo" e confrontando gli esseri alla corrente di un fiume, dice che "non potresti entrare due volte nello stesso fiume"».
Ebbene sì, è così. Gli esseri (umani, in primis) sono come la corrente di un fiume, non entriamo nello stesso fiume due volte, non incontriamo la stessa persona due volte. Così con gli ama(-n-)ti, così con gli amici, così con gli altri, così con tutti.
Siamo diversi noi, sono diversi loro.
E così finisci per trovarti nel letto un estraneo e in cucina una sconosciuta.
Oppure ti senti straniero a casa. 

Possiamo fingere che non sia così, possiamo mettere argini ai fiumi o canalizzarli, possiamo legarli a noi, possiamo incatenarli, ma il cambiamento - se deve accadere - arriva e cambia le cose, le persone, cambia tutto e, a volte, lo stravolge e sconvolge.
Matrimoni e altri sequestri di persona non cambiano la natura delle cose.
Tranquilli, però. Per dirla alla Antoine-Laurent de Lavoisier, con la sua legge della conservazione della massa, «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma».
E così poi c'è la bellezza del re-incontrarsi, del ri-trovarsi, diversi ma ancora affini, simili, i nostri simili, perché simile chiama simile, così come uguale chiama diverso.

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